Descrizione del palazzo Tabassi in via Mazara a Sulmona

Nella foto riprodotta nelle pagine seguenti, notiamo subito la struttura del possente palazzo con una cantonata di contrafforte molto usata e legata a pozzolana. Qui esiste ancora un frammento di quelle catene che anticamente sbarravano le strade e la cui licenza di istallazione, a scopo di difesa, venne concessa ai Sulmonesi nel 1346 con speciale ordinanza della regina Giovanna D’Angiò.

La città e i centri minori si sviluppano ampliando le costruzioni incominciate nel ‘300 e trasformandole in abitazioni signorili. 1

Per ciò che riguarda l’aspetto esteriore dell’attuale costruzione, la durezza della pietra calcarea fu messa a dura prova dai carriaggi che convergevano in quella zona di transito obbligato. Infatti, sulla cantonata sono ancora visibili solchi profondi, lasciati dagli assi dei carri trainati.

Nelle foto che seguono, entriamo per un androne largo con volta ribassata in cui campeggiano armi nobiliari inserite nello scudo. Una scala si slancia nel vano del muro, riquadrato da cantonali. Una loggia al primo piano, aperta sul pianerottolo, conferisce particolare eleganza a questo interno. La facile accessibilità alla luce e all’aria viene ancora più esaltata da occhi ellittici, posti in obliquo per simmetria alle rampe davvero accoglienti. Ecco gradini arrotondati con cura e porticine rifinite come nicchie. La facciata non ha linee importanti, ma si completa di due elementi caratteristici: le aperture in stile di transizione, tra rinascimento e manierismo, adorne di lobature agli spigoli, i davanzali scorniciati sorretti da mensole arricciate a rocchetto. 2 Risparmiato, in buona parte, dal sisma del 1706, il palazzo mostra ancora oggi la struttura originale, ad eccezione della facciata che è stata contaminata da nuove porte d’ingresso nel piano terra. 3 Purtroppo è scomparsa anche la grondaia del tetto sporgente su mensole di legno, vero elemento costitutivo delle case abruzzesi del ‘400. Il portale è esempio di quell’architettura chiamata durazzesca, che si diffuse in Abruzzo nel sec. XV. Il sesto ribassato s’inquadra in una leggera sagoma che prende nascimento poco al di sotto del piano d’imposta. L’ esecuzione perfetta del taglio della pietra lascia vedere nella sagoma elegante delle cornici, la mano di quel  Pietro da Como che nel 1449 eseguiva la porta dell’altro palazzo Tabassi. Il portale appartiene a un tipo diffuso nel Napoletano al tempo in cui regnava la casa di Durazzo. La tecnica di quest’opera si distingue per la speciale precisione del taglio della pietra, per la giusta fattura dei piani, per il taglio degli spigoli e delle sagome e per tutta una finezza di esecuzione che indica ben chiaro trattarsi veramente di mano maestra.4

Una porzione di detto complesso e precisamente la porzione d’angolo, visibile nella foto sotto riportata, tra via Mazara e corso Ovidio, pervenne in eredità nel XIX secolo al mio avo Giampietro Tabassi ed alla fine fu acquistata dai Caracciolo.

Ricerche e studi recenti hanno accertato che, come per il palazzo Tabassi in via Ciofano  un tempo di proprietà dei De Capite, questa abitazione fosse appartenuta sin dalla fine del XII sec. alla nobile famiglia dei Merolini o Merlini  di Sulmona e che successivamente intorno alla metà del secolo XV, con l’unione in matrimonio di Gianbattista Tabassi a Camilla De Sanctis Mantica, il palazzo fosse passato  definitivamente ai Tabassi.5

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SULMONA – Prospetto di Corso Ovidio ed angolo in via Mazara del Palazzo Tabassi, dove si vede ancora la catena ferrea sulla colonna, concessa dalla regina Giovanna.

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In alto è visibile l’Arma affrescata sulla volta del cortile del palazzo Tabassi.

Descrizione: “Stemma inquartato, nel I° TABASSI, nel II° DE SANCTIS, nel III° SANITA’, nel IV° MANTICA”.  Un’Insegna, di stucco a colori, sagomata, accartocciata e racchiusa in una possente cornice in forma di compasso gotico, realizzata probabilmente dopo il sisma del 1706. Ricorda l’unione di Giovanbattista Tabassi e Camilla De Sanctis-Mantica, Avi di Donna Geronima Tabassi.6

In basso a sinistra: Portale durazzesco sec. XV del palazzo Tabassi in via Mazara, a destra interno del palazzo.

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Disegno dell’antico palazzo Tabassi con grondaia del tetto sporgente su mensole di legno, purtroppo scomparsa, vero elemento costitutivo delle case abruzzesi del ‘400.

Estratto dal libro della General Plateadella famiglia Tabassi – Masciarelli del 1787, conservata presso la Biblioteca Comunale di Sulmona.

  1. M. Marcone, “Circolo Letterario”, Un esempio di Architettura tardo Durazzesca a Sulmona, Anno XV, giugno-settembre 1972, pag. 6 – 10.
  2. ibidem
  3. Giannantonio 1994, pp. 79-80, Scheda di Palazzo Tabassi da Pescina in via Mazara. Sta in Sulmona dei Nobili e degli Onorati di F. Maiorano, pag. 204.
  4. M. Marcone, (op. cit.), pag. 6-10.
  5. R.Carrozzo, Le dimore Gentilizie dei Tabassi e dei Merolini in Sulmona, in “Pietre preziose, argenti, blasoni e dimore gentilizie”, a cura di E.Mattiocco, Lanciano, Editrice Itinerari srl, Maggio 2013
  6. F.Maiorano, Sulmona del Nobili e degli Onorati, 2007, Accademia degli Agghiacciati, Sulmona, pag. 204

 

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