Processo nobiliare di Giovanni Tabassi

PROCESSO NOBILIARE DEL SOTTOSCRITTO GIOVANNI TABASSI, CON CONCESSIONE ANTICA NOBILTA’, RINNOVATA CON SOVRANA RISOLUZIONE NOBILESCA PER GRAZIA E PRIVILEGIO A MEZZO LETTERE PATENTI DELLA FRIGIA CASA IMPERIALE AMOROSO D’ARAGONA.

Il giorno 5 luglio 1998 si è svolta a Civitavecchia la cerimonia ufficiale del  “rinnovo” di tutti i titoli nobiliari tradizionalmente appartenuti al mio Casato, che ha avuto luogo nella chiesa di Santa Maria dell’Orazione. Essi sono:

Marchese di Navelli; Barone di Prezza; Barone dei Pizzi o Cascerie; Nobile dei Conti di Zollerant; Nobile di Sulmona.

Presiedevano alla cerimonia Don Francesco Maria Mariano, duca d’Otranto et Lipari, in qualità di Presidente del Consiglio Araldico Italiano e curatore della documentazione dei titoli nobiliari, il conte di Sant’Arcangelo dott. Mario Farnesi inquisitore dell’Ordine Militare ed Ospitaliero di Santa Maria di Betlemme e della Casa d’Amorio con a capo di nome e d’arma il principe Imperiale Don Angelo Maria Amoroso D’Aragona conferitore dei titoli a me spettanti; il marchese dott. Vincenzo Cortese di Villa San Giorgio segretario particolare di Sua Altezza Imperiale, il barone dott. Canetti Mario cerimoniere, con le rispettive loro consorti, come dame della cerimonia, oltre a vari invitati. La funzione religiosa veniva aperta con il saluto, per mezzo di una lettera, di Sua Eminenza il Cardinale Pietro Palazzini e celebrata da Sua Ecc. Mons. Salvatore Costanzo Priore dell’Ordine Betlemita per il Lazio, che successivamente impartiva la solenne benedizione alla “Lettera Patente” consegnatami. (Questo vocabolo deriva dal medioevale “litterae patentes” (patere = essere noto a chiunque) indice di volontà del principe in assoluto, costituente unica fonte legislativa in materia di onori e concessione di privilegi. L’espressione venne conservata nel diritto nobiliare italiano per indicare un solenne documento reale di concessione di titoli o qualifiche nobiliari).

Dopo questo, seguiva il Decreto di conferimento, insieme a tutti i miei familiari, della qualifica e dignità con grado onorifico di Cavaliere della Cristianità e della Pace, con relativa “Patente di nomina” il cui Presidente Onorario è il compianto Sua Eminenza Reverendissima il Sig. Cardinale Silvio Oddi. L’Ente Apostolico d’ origine cavalleresca, fondato nel 1948 da S.E. Monsignor Ignazio Dubowsky della Santa Sede, dal Conte Temistocle di Cingoli e dal marchese Ubaldo Camnasio, si prefigge di promuovere l’universale fratellanza di tutti gli uomini, difendere i principi etici e religiosi cristiani i cui Cavalieri sono chiamati a diffondere la conoscenza della dottrina di Cristo quale eterna ed universale. Infine, dopo la cerimonia, si festeggiava il tutto con un piacevole convivio dove partecipavano gli invitati.

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Mantello, insegne e decorazioni di rito che i Cavalieri della Cristianità e della Pace indossano per solenni cerimonie come cortei e adempimenti cerimoniali per processioni penitenziali, insieme ad abito scuro e guanti bianchi.

PROFESSIONE DI FEDE dei Cavalieri: Giovanni e Maria Pia Tabassi.

Noi, Soldati di Cristo, promettiamo di diffondere la parola di Dio combattendo con lo scudo della fede, l’elmo della salvezza e la spada dello spirito:…… “Promettiamo di osservare la Tua parola, di non uccidere, di non commettere adulterio, di non rubare, di non dire falsa testimonianza, di onorare il padre e la madre e di amare il prossimo come noi stessi”   (Mt. 19/16)

 GRUPPO DI CAVALIERI DELLA CRISTIANITA’ E DELLA PACE

Basilica San Giorgio Maggiore in Venezia. Cerimonia d’investitura di nuovi Cavalieri. Sono presenti: Il Presidente Don Francesco Maria Mariano duca d’Otranto e di Lipari, con mantello dorato – Il Vice Presidente Cav. Comm. Antonio Sergio, marchese Sossella – Il Segretario Donna Maria Grazia Pinato, marchesa di Massa Lumbrese – Il Consigliere e Responsabile del Dipartimento Aiuti Umanitari, Cav. Vincenzina dott.ssa Maria Giuseppina Basciu oltre a tre rappresentanti di Cavalieri di Ordini diversi, con mantello bianco.

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PREGHIERA DEI CAVALIERI DELLA CRISTIANITA’ E DELLA PACE

O, Cristo Nostro Re, Noi Cavalieri e Dame della Cristianità e della Pace* A Te volgiamo lo sguardo* A Te con umiltà ti invochiamo* A Te nostro ed Unico Re* con degno rispetto chiniamo il capo al tuo cospetto* A Te Nobile Sovrano* Re di tutti i popoli della terra chiediamo* Indicaci la strada* Segnaci la via* consegnaci la chiave dei valori oggi sottovalutati* Dacci la forza d’affrontare l’ipocrisia intercedendo per noi con la Vergine Maria* Dacci la speranza di non esser mai soli a combattere per la pace* ma dai forza alla tua Nobiltà facendoci barriera davanti a tanta malvagità. Autore (Cav. Vincenzina dott.ssa Giuseppina Basciu)

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In occasione del 250° anniversario della venuta del Bambino Gesù a Lama dei Peligni, sono stati indossati i mantelli dai Cavalieri Giovanni e Maria Pia Tabassi che hanno percorso le strade del paese accompagnando la solenne processione, svoltasi il 12 agosto 2010. La Cerimonia viene ripetuta ogni anno.

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A sinistra Giovanni Tabassi Marchese di Navelli, Barone di Prezza e de’ Pizzi, Nobile di Sulmona e dei Conti di Zollerant, Cavaliere della Cristianità e della Pace. A destra Maria Pia Tabassi, moglie di Giovanni.

BLASONE DEL SOTTOSCRITTO GIOVANNI TABASSI

Arma Gentilizia di dignità Marchionale, posta in Maestà, del sottoscritto Marchese Giovanni Tabassi di Navelli, residente a Lama dei Peligni (CH).

Descrizione: “Inquartato, nel I° TOMASSETTI, nel II° CAROSI, nel III° AMOROSI, nel IV° ZOLLERANT, sul tutto TABASSI.

Sormontato da elmo marchionale, con cercine di nero e di azzurro, assortito di svolazzi di rosso foderati d’argento e nappe d’oro, sostenente la corona marchionale ortodossa cimata da cimiero di drago uscente e spiegato di rosso. Lista bifide d’oro, foderata di rosso, caricata del motto “HOSTIS IN HOSTEM” di nero”

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La Frigia Casa Amoroso D’Aragona, ha risoluto di decretare ed ha DECRETATO di rinnovare alla mia persona, il Marchese Giovanni Tabassi di Navelli “il dono di tradizione cavalleresca della suddetta dignità nobiliare” con il privilegio di potersi fregiare dell’Arma gentilizia marchionale sopra riportata.

 

TITOLI NOBILIARI ED ATTUALE APPLICAZIONE GIURIDICA. Dalla scienza del diritto e delle leggi (giurisprudenza), emergono accertati e definitivamente stabiliti i seguenti principi:

* L’Autorità giudiziaria è l’organo giurisdicente più elevato in tema di diritti familiari e nobiliari, al di sopra sempre della cessata Consulta Araldica, tanto è vero che, contro le decisioni di questa, vi era il ricorso all’Autorità giudiziaria;

* Gli Ordini cavallereschi dinastici o patrimoniali indipendenti, regolarmente sorti ed esistenti alla data dello Statuto Albertino, sono conservati con le loro prerogative e diritti;

* Le dignità, gradi, titoli da essi conferiti non abbisognano di riconoscimenti, autorizzazione e conferma da parte dello Stato, perché i riconoscimenti, le autorizzazioni e le conferme, quando esisteva la Consulta Araldica, riguardavano solo i titoli e le onorificenze conferiti da Sovrani degli antichi Stati italiani, da Potenze estere o da Pontefici;

* I titoli nobiliari concessi da un regolare Ordine dinastico o patrimoniale indipendente, a ciò facultato dalla sua carta di fondazione o riconoscimento, imperiale, reale o pontificia, possono venir trascritti nei Registri dello stato civile. Il Tribunale Civile riconosce la legittimità della concessione del titolo e ordina all’Ufficiale dello Stato civile competente di trascrivere nei registri di nascita e di matrimonio il titolo ed il predicato dell’avente diritto, con l’ulteriore, relativa ed eventuale pubblicazione sulla GAZZETTA UFFICIALE della Regione.

Su richiesta dell’interessato, in molti casi è la Magistratura a pronunziarsi sulla spettanza dei titoli. Per questo motivo la Patria Magistratura è, infatti, oggi l’unica autorità che – sia pure sotto il profilo della tutela del più geloso e delicato fra i diritti della personalità: quello del nome – abbia il compito e la potestà di accertare la legale esistenza di un titolo nobiliare in una determinata famiglia e di dichiarare la spettanza dei predicati annessi al medesimo; per cui viene data “certezza” dei titoli e predicati agli aventi diritto a mezzo del : ” LIBRO D’ORO DELLA NOBILTA’ ITALIANA ACCERTATA E DICHIARATA CON PROVVEDIMENTI PUBBLICI DELLA REPUBBLICA ITALIANA” unico testo probante in caso di diatribe giuridico-nobiliari.

Questa pietra miliare costituisce una verità incontrastabile rendendo giustizia alla nobiltà che vanta un’eredità di onore, un patrimonio di virtù. (1)

 

 

 

(1) Consiglio Araldico Italiano – Istituto M.se Vittorio Spreti. Presidente: Don Francesco Maria Mariano, Duca d’Otranto e di Lipari.

 

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