Privilegi concessi ai Tabassi

Tratto dal libro “I NOBILI TABASSI: Una storia ritrovata” di Fabio Valerio Maiorano di Sulmona. Trascrizione a cura di Beatrice Ricottilli. Pubblicato nel 2021 da Edizioni Menabò srl – Ortona (CH).

La famiglia Tabassi della primaria nobiltà di Sulmona, dal tempo, che se ne trovano le memorie in detta antichissima città ha goduto, e gode la nobiltà, e patrizialità di essa, come si vede nell’antiche scritture degli uffici nobili, e nella riforma poi fatta della Piazza de Nobili, e di quella del Popolo l’anno 1572.

La prima e sensazionale notizia è racchiusa nella frase finale della nota al punto 17 che porta questa famiglia la gloria della sua origine dall’Inghilterra, scorsa poi nell’Ungheria, dal Re Ladislao fu portata in questo Regno. Superfluo sottolineare che la “rivelazione” della provenienza dei Tabassi dall’Inghilterra smentisce in termini clamorosi, e senza possibilità di equivoci, le origini teutoniche decantate da alcuni autori, per i quali questa genia avrebbe tratto il cognome dal castello Tabasso, in Svevia, di cui era barone Aldemaro, discendente dai conti di Zollerant di Germania.

Infatti nessun esponente di questa famiglia figura nel “Catasto di Sulmona” del 1376, custodito nel Museo Civico di palazzo dall’Annunziata, mentre i primi a lasciare traccia dei Tabassi sono Masullo e Marino, rispettivamente figlio e nipote del Regio Consigliere  Carlo; valorosi condottieri dell’esercito reale, il 10 gennaio 1413 furono gratificati del privilegio di familiarità dal sovrano Ladislao d’Angiò Durazzo, al cui seguito giunsero nel Regno di Napoli. Pertanto Masullo e Marino sono da considerare i capostipiti del ramo sulmonese dei Tabassi, famiglia che nel 1572 compare nella lista  delle casate nobili, più antiche e cospicue di Sulmona con i capifamiglia Scipione, Filippo, Pompeo, Giovanni Battista, Flaminio, Tommaso.

 

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