Descrizione del palazzo Tabassi di Lama dei Peligni

E’ notevole, a Lama dei Peligni, la zona della Piazza, attorniata dalla chiesa di San Nicola e Clemente, dal palazzo del Municipio, dall’antico palazzo ducale e dai palazzi dei De Simeonibus, Verlengia, Scudieri ed Amorosi.

La costruzione maggiore, che si affaccia su detta piazza, fu prima dei De Camillis e poi dei Carosi ed appartiene oggi alla famiglia Tabassi, cui è giunta per via ereditaria. Più precisamente, l’odierno palazzo Tabassi è formato da un antico nucleo abitativo centrale, risalente al secolo XVI, un tempo di proprietà del notaio Francesco De Camillis, e da un nuovo e più ampio nucleo nella parte esterna dell’edificio.

L’antico insediamento era stato costruito su una zona denominata “Borgo” ed in quell’epoca delineava il paese insieme ad una torre.

Nella seconda metà del 1800, l’ingegnere Giuseppe Tabassi progettò l’ampliamento della struttura esterna del palazzo tramite l’aggiunta di una nuova ala e di una nuova facciata prospiciente la piazza, con relativo portale in pietra lavorata, stile settecentesco, su cui attualmente campeggia lo stemma nobiliare, di famiglia, scolpito. Il portale, eseguito da maestranze locali, mostra precisione nel taglio della pietra ed una raffinata tecnica esecutiva.

Il fabbricato si trova nel mezzo del centro storico del paese ed è un esempio di architettura residenziale gentilizia. Insieme alla chiesa di San Nicola e Clemente ed al Convento dei frati minori, il palazzo Tabassi è un edificio sottoposto a tutela del vincolo dal Ministero per i Beni Culturali e Ambientali per l’Abruzzo. 1

Il lato posteriore del palazzo, affacciandosi a nord-est, è chiuso da un giardino a forma quadrangolare recintato da un muro in pietra.

La facciata del palazzo, semplice nelle linee, si completa di piccole balconate in pietra, racchiuse in cornici anch’esse in pietra e completate da ringhiere in ferro battuto.

Entrando per un androne con volta a botte, dove è posta l’arma gentilizia dei Tabassi, si accede ad un cortile a cielo aperto di forma quadrilatera, in cui risaltano nove archetti in pietra risalenti al secolo XVI ed una serie di finestroni che si aprono sul cortile stesso, per la luce.

Un’ampia scalinata a più rampe, sostenuta da colonne cilindriche, si inerpica per i due piani della struttura, evidenziando le piccole volte a cupola e conferendo  particolare eleganza all’interno.

Non è da meno il piano sotterraneo, notevole per i suoi ampi archi e volte a crociera in mattone rustico. Piccole aperture quadrangolari permettono l’accesso alla luce ed all’aria.

Il piano nobile superiore, che si sviluppa intorno al cortile centrale, è costituito da una serie di camere pavimentate in cotto antico che s’inseriscono l’una nell’altra, seguendo la tipologia funzionale di una tipica casa patriarcale di un tempo.

Di rilevante bellezza è l’ampio salone del biliardo, un tempo detto sala gialla per la tappezzeria in velluto giallo oro che ne ricopriva le pareti.

Durante l’ultima guerra mondiale, tutto il complesso subì notevoli danneggiamenti, anche per aver dato alloggio, per un lungo periodo di tempo, a famiglie del posto senza tetto, per cui oggi il palazzo mostra ancora evidenti segni e testimonianze delle ingiurie subite nel tempo.

Di mirabile fattura era l’originale ed antico portone del palazzo, tutto in noce pregiato che, per i molti soprusi subiti,  fu fatto sostituire da mio nonno Giampietro, perché considerato molto rovinato. Ritengo, però, un grave errore averlo cambiato   e a mio modesto parere si sarebbe potuto fare restaurare, ma in quell’epoca si era piuttosto propensi a sostituire l’antico con il moderno. Per cui il vecchio portone fu messo al fuoco. L’attuale portone, anch’esso in noce, fissato con robuste cerniere ad un forte telaio di legno di castagno è stato posto in loco, sempre da mio nonno, il 12 settembre 1959 con questa targa ricordo:

“Sia sempre lontano da questa Casa ogni sopruso ed ogni crudele violenza:

Mastro falegname: Salvi Cesidio di Gennaro

Mastro ferraio: Madonna Nicola di Tangredi

“ottimamente fecero”

Queste note il 14 ottobre 1959  pose Giampietro Tabassi”. 

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LAMA DEI PELIGNI – Palazzo Tabassi. E’ visibile sia la facciata prospiciente la Piazza, che il Lato Sud-Est del palazzo.

Cortile interno del palazzo

  1. Soprintendenza per i Beni Amb. Architet. Artistici e Storici per l’Abruzzo-L’Aquila, Prot. 005694 del 17/2/98.

 

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