Stemma gentilizio dei baroni Tabassi
La descrizione araldica, ufficiale, dello stemma Tabassi di Musellaro di Sulmona è la seguente: “D’argento alla fascia sostenente due draghi, affrontati, nascenti dalla stessa e frammezzati da un quadrifoglio gambuto e fogliato di quattro pezzi; la fascia accompagnata in punta da un quadrifoglio, il tutto di rosso”. (Riconoscimento D.M. 1901 e1908). Nel 600, lo scrittore Campanile, comunicando le informazioni sulle famiglie nobili di Sulmona, dove s’usava fare distinzione tra nobiltà antica e nuova, scriveva che i Tabassi potevano ben vantare la prima. A quel tempo, in Sulmona, esistevano diversi casati ascritti al patriziato, ma nessuno, tranne il casato Tabassi, aveva il privilegio d’appartenere alla nobiltà di Roma, la “caput mundi”. Essi erano infatti aggregati alla nobiltà romana, ottenendo grandi privilegi goduti da tutti i membri del casato. Per tale motivo i Tabassi, apportarono nel XVII secolo un cambiamento al proprio stemma di famiglia che in quel tempo era comune per tutti i rami, ma differente rispetto a quello poi fatto riconoscere dalla famiglia. Venne caricato in fascia con la prestigiosa sigla S.P.Q.R. per la concessione del Patriziato Romano e per la qualità di Conti Palatini, Senatori e Cavalieri e così blasonata: “D’argento alla fascia di rosso, caricata dalle lettere S.P.Q.R. di nero, accompagnata in capo da un rosaio di verde cimato da una rosa di rosso e accostato da due dragoni di verde, uscenti e affrontati, ed in punta da un’altra rosa fogliata di rosso” (n.d.e.) (2). Nel 1808, il mio ramo apportò una seconda modifica al proprio stemma di famiglia, e l’aggiunta del motto “HOSTIS IN HOSTEM”, significante “NEMICO CONTRO IL NEMICO”: “D’argento, alla fascia diminuita caricata delle lettere maiuscolo romano S.P.Q.R. di nero, sostenente due draghi nascenti e affrontati frammezzati da una rosa gambuta, accompagnata in punta da una rosa, il tutto di rosso”. Il motivo dipese dal fatto che il mio Avo Cristoforo Tabassi di Celano, ammogliato con la marchesa Angela Maria Mazara,ereditò il ricco patrimonio della baronessa di Prezza Maria Tomassetti, sua zia, con “Testamento mistico privilegiato, inter libero, codicillo, donazione causa mortis che lo dichiarava suo erede universale e particolare”. Tutto questo, sullo stemma, è stato scritto per ricordare e confermare l’origine guerriera del Casato. La fascia rappresenta il cingolo militare di guerra e la rosa rossa la purezza. Il drago è simbolo di valore militare e rappresenta la forza e la vigilanza ed è simbolo nobilissimo nelle insegne, tanto che i condottieri delle legioni romane si chiamavano “dragonari”, per il fatto d’innalzare draghi negli stendardi. Il motto è la frase collocata al di sopra del cimiero (che è la figura principale dello scudo riportata sull’elmo) oppure al di sotto dello stemma stesso ed è “ l’allarme o grido di guerra” che i condottieri lanciavano durante le battaglie con il compito di tenere serrati gli uomini d’arme, prima dell’attacco. L’arme è il segno che rappresenta il merito di un singolo, comunicato ai discendenti della sua casata; viene definita una bandiera intorno alla quale una famiglia si riaggruppa e mantiene la sua stirpe. L’arme fu concepita nell’antichità e ne troviamo tracce nella Sacra Bibbia che così ci illumina ”…poi il Signore parlò a Mosè e ad Aronne dicendo: si accampino i figli di Israele ciascuno presso il proprio vessillo principale, sotto le insegne delle loro casate paterne…”.
Le armi gentilizie sono le espressioni nobili di ogni nazione che con le loro simbologie esprimono le meraviglie dei ricordi storici e delle gloriose memorie.
Stemma Tabassi delle origini.
La descrizione della quale era uguale per tutti i rami, e cioè:“L’Armi di questa famiglia, sono una fascetta con due Draghi di soura, che guardano un ramo di rosa, e di sotto la fascia una rosa tutti rossi in campo d’argento”.
Stemma seicentesco con uno dei motti dei Tabassi”NUNQUAM OBLIVISCAR”, significante”CHE IO NON POSSA MAI DIMENTICARE” (tratto da una collezione privata)
Lo scudo sagomato ha per supporti una coppia di draghi affrontati ed è timbrato da corona formata da cerchio gemmato con cinque fioroni, visibili, alternati a quattro punte. 1
Stemma Tabassi dei Baroni di Musellaro di Sulmona
“D’argento alla fascia sostenente due draghi, affrontati, nascenti dalla stessa e frammezzati da un quadrifoglio gambuto e fogliato di quattro pezzi; la fascia accompagnata in punta da un quadrifoglio, il tutto di rosso”. (Riconoscimento D.M. 1901 e 1908).
Stemma Tabassi di Lama dei Peligni.
ARMA: “D’argento, alla fascia diminuita caricata delle lettere maiuscolo romano S.P.Q.R. di nero, sostenente due draghi nascenti e affrontati frammezzati da una rosa gambuta, accompagnata in punta da una rosa, il tutto di rosso”.
Sormontato da elmo chiuso squamato d’argento; cimato da corona di oro a nove punte, cinque grandi perlate e quattro piccole semplici; cimato da drago di rosso sorgente nel mezzo, alato e linguato; con nove penne di airone, tre sormontanti il drago una di bianco e due di azzurro, sei ricadenti ai lati del medesimo tre e tre, una di rosso e due di bianco ai lati; con cingolo militare di rosso svolgente e caricato del motto “HOSTIS IN HOSTEM” e coperto da manto vellutato di rosso merlettato in tondo, foderato di armellini, ornato alle punte di tre fiocchi di oro, sostenuto e rialzato ai lati da quattro pali di oro”.
Stemma baronale Tabassi di Lama dei Peligni, caricato dalle lettere S.P.Q.R. per la concessione del Patriziato Romano e per la qualità di Conti Palatini, Senatori e Cavalieri. Motto: “HOSTIS IN HOSTEM”.
Stemma Tabassi con i draghi di verde.
Da note illustrative. Ascendenza per sedici quarti del Duca Don Francesco Rivera pag. 11 n.7 TABASSI.
Documento preso dall’Archivio di Stato dell’Aquila, lavoro n. 15382. 2
Stemma TABASSI-ZOLLERANT di Lama dei Peligni.
Motto ”HOSTIS IN HOSTEM”.
Stemma TABASSI-ZOLLERANT di Lama dei Peligni. “D’argento al leone rampante di rosso coronato d’oro, alla bordura scaccata d’argento e di nero, sul tutto Tabassi.
Motto ”HOSTIS in HOSTEM”.
Arma affrescata sulla volta del cortile del palazzo Tabassi in via Mazara a Sulmona. Stemma inquartato, nel I° TABASSI, nel II° DE SANCTIS, nel III° SANITA’, nel IV° MANTICA.
Un’Insegna, di stucco a colori, sagomata, accartocciata e racchiusa in una possente cornice in forma di compasso gotico, realizzata probabilmente dopo il sisma del 1706. Ricorda l’unione di Giovanbattista Tabassi e Camilla De Sanctis-Mantica, Avi di Donna Geronima Tabassi.