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(TABASSI), “Famiglia aggregata al Primo Ordine Civico della città di Sulmona dalla sua fondazione avvenuta nel 1254 ad opera di Federico II° di Svevia; decorata della “Regia Familiarità” ed aggregata alla nobiltà romana, fu infeudata di Musellaro. Con RR.LL.PP. (Regie Lettere Patenti) del 6 maggio 1891 venne riconosciuta del titolo di barone di Musellaro. La famiglia è iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana e  nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

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***Nonostante l’infeudazione di Sulmona a principato, nel 1526, a Carlo de Lannoy, la città possedeva ormai una ben consolidata classe nobile, che sopravviveva con i suoi privilegi fino all’abolizione dei Collegi nobiliari, avvenuta nelle provincie napoletane il 25 aprile 1800.

E’ interessante notare come all’interno del ceto nobile sulmonese, che assunse la caratteristica di “casta chiusa”, era praticata quasi rigorosamente l’endogamia, l’usanza cioè di contrarre matrimoni esclusivamente tra le famiglie godenti nobiltà, creando un mirabile intreccio genealogico, sociale ed economico tra le varie casate patrizie sulmonesi. Le famiglie di Sulmona nobili  “ex-genere” da prima del XVI secolo, pervenute fino ai nostri giorni, erano le seguenti otto, alle quali solo spettava il titolo di “Nobile di Sulmona” :

CAPOGRASSI – CORVI – DE MATTHEIS – MAZARA – SANITA’- SARDI – TABASSI – TRASMONDI.

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***La Famiglia Tabassi onorata della “Regia Familiarità”, nel 1413, da Re Ladislao, venne dichiarata “diletta e fedele” da Filippo II e Filippo IV. Aggregata alla nobiltà romana nel 1662, fu riconosciuta nobile dall’Ordine di Malta.

Qualche secolo dopo, relativamente alla qualità e ai gradi di nobiltà delle famiglie, Carlo III, con dispaccio 25 gennaio 1756, dichiarava che essa era di tre classi: la prima consisteva nella nobiltà generosa e si verificava allorquando, nella continua serie dei secoli, una famiglia era giunta a possedere qualche feudo nobile o quando,  per legittime prove, veniva ammessa tra le famiglie nobili di una città regia, nella quale vi fosse una vera separazione dalle famiglie civili e molto più da quelle popolari. (era questo il caso della famiglia Tabassi).

La seconda classe di nobiltà, detta di privilegio, la godevano coloro i quali, per i loro meriti e servigi personali prestati alla corona ed allo stato, giungevano ad essere promossi dalla munificenza dei principi a gradi maggiori ed onorifici della milizia, della toga o della corte e giungevano ad ottenere decorosi impieghi, che trasmettevano loro un’ impronta tale  da elevare ciascuno di loro a maggiore o minore rango.

La terza classe, che comprendeva quelli che si reputavano nobili, era chiamata legale o civile. 

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***Nel 1680 in Sulmona esistevano i seguenti rami Tabassi:

Il ramo del barone di Musellaro Domenico Antonio e suo fratello Teodoro Marcantonio, con dimora gentilizia nel palazzo Tabassi del XV secolo, nell’attuale via Ciofano in Sulmona. Teodoro darà origine, in seguito, al ramo cadetto di Capua.

Il ramo di Gianbattista con i figli Francesco, Giacinto e Diego, con dimora gentilizia nel palazzo Tabassi, nell’attuale via Mazara in Sulmona. Questi  tre rami provenivano tutti dalla linea  primogenita di Benedetto (n.1510),  sposato con  Violante Camponeschi ed in seconde nozze con  Ippolita De Canibus.

Esistevano, inoltre, i rami collaterali di Tommaso II e di Giovanni Antonio II, con dimora gentilizia nel palazzo  Tabassi sito dietro la Chiesa della SS. Annunziata nella parrocchia di S. Pietro1.  Questi due rami provenivano dalla linea di Scipione I (n. 1515), sposato con Del Tinto e in seconde nozze con Sulpizia Colonna dei principi di Stigliano. Dal ramo di Giovanni Antonio II si originò il ramo Tabassi di Lama dei Peligni.

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***Nel XIX  secolo la famiglia Tabassi era così rappresentata: dai discendenti del barone di Musellaro Domenico Antonio, residenti in Sulmona; dal barone Giampietro vivente nel 1860 e residente a Chieti e Lama dei Peligni; da Francesco vivente nel 1870 e residente in Sulmona e da Panfilo vivente nel 1890 e residente in Celano.

Il ramo dei baroni di Musellaro, è iscritto nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana e nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano della Consulta Araldica del Regno del 1933 con i titoli di Barone di Musellaro, Nobile di Sulmona, Nobile.

Tutti gli altri rami Tabassi non sono compresi negli Elenchi Ufficiali, ma figurano a pag. 1067 dell’Annuario della Nobiltà Italiana, 1905, (prima serie) dove venivano annoverate soltanto famiglie in possesso di “Nobiltà Generosa” e con vita “More Nobilium” dimostrata principalmente dal possesso antico di uno stemma gentilizio che ebbero riconosciuto dal Regno d’Italia e come tali iscritte nell’apposito Registro Araldico”.

 

  1. R. Carrozzo, Le Dimore gentilizie dei Tabassi e dei Merolini in Sulmona, in “Pietre preziose”, a cura di E. Mattiocco, Lanciano, Editrice Itinerari srl, Maggio 2013. -F. Mugnos, (op. cit.), pag. 478.

 

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